Il Lago Trasimeno – Ventimila anni di storia
Il Lago Trasimeno nel corso della preistoria e protostoria ha conosciuto un’intensa occupazione umana. Già al termine del paleolitico, gruppi di cacciatori inseguivano le loro prede sulle sue sponde, lasciando traccia del loro passaggio in una delle più antiche sculture a tuttotondo: la “Venere del Trasimeno”. Millenni dopo, su queste stesse sponde, sorsero i più antichi stanziamenti neolitici umbri risalenti almeno al V millennio a.C.. Navigando sulle acque del lago con le loro piroghe (delle quali è possibile ricostruire la struttura grazie ai modelli fittili rinvenuti negli scavi) , queste antichissime comunità integravano le risorse delle prime forme di agricoltura con lo sfruttamento della pesca. >In epoche successive, nel corso dell’antica, media e recente età del bronzo (tra il XXIV e il XII sec. a.C.) altre strutture abitative sorsero sulle sponde e sulle acque del lago come stanno a testimoniare i ritrovamenti all’oasi di San Savino, dove in conseguenza di recenti drenaggi sono emersi centinaia di frammenti fittili provenienti da un abitato su palafitta lignea, l’unico noto nel territorio della provincia di Perugia, edificato nel prossimo specchio lacustre, da localizzare con rilievi subacquei e geologici. Sempre da vecchi drenaggi dell’ottocento provengono dal Trasimeno sette spade in bronzo, attualmente custodite a Torino, forgiate su tipologie note nel centro - italia e nell’area padana. Le spade costituiscono i residui di una ritualità (l’offerta dell’arma alle acque) che nel corso dell’antica e media età del bronzo è nota dal Trasimeno alla pianura padana, all’arco alpino. Anche molti tra i materiali fittili attestano continuativi rapporti con il mondo terramaricolo, una conoscenza reciproca dovuta al passaggio di gruppi che dal Nord, attraverso il lago, passavano poi in Toscana alla ricerca di metalli. Più tardi al termine dell’età del bronzo (XII – X sec. a.C.), gli abitanti arretrarono dalle sponde, sulle colline circostanti, come nel caso di Monte Solare, dove vengono scavate abitazioni nella roccia. L’abitato, che si estende sull’intera superficie della montagna, ha un’intensa attività agricola effettuata in aree ortive prossime alle abitazioni. Accurate analisi paleobotaniche hanno consentito di ricostruire l’ambiente flogistico e le attività agricole che vi si svolgevano. >Una necropoli, ricca di decine di tombe ad incinerazione, databile sempre tra il XII e il X sec. a.C. è stata rinvenuta sulle sponde del lago, nello spazio visivo di Monte Solare. >La storia più antica del lago si presenta pertanto densa di ritrovamenti e ricca di suggestioni storiche, premessa fondamentale per la comprensione del formarsi della futura nazione etrusca della quale restano testimonianze (tombe) soprattutto nell’area di Castiglione del Lago; il territorio, al pari del resto dell’Umbria, fu poi romanizzato. Lungo le rive del lago avvenne la famosa battaglia del Trasimeno che vide i romani soccombere ad Annibale nel 217 a.C.
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Le due principali teorie sulla battaglia del Trasimeno che fanno riferimento agli studi di Nissen e di Susini, vengono messe a confronto nel centro di documentazione di Tuoro, in due grandi plastici che fotografano il momento dell’attacco cartaginese all’alba del 24 giugno del 217 a.c. Le relative ricostruzioni ambientali, le truppe e gli equipaggiamenti sono stati realizzati con centinaia di modellini di piombo. Le due versioni differiscono essenzialmente nei presupposti geografico-storici: l’estensione del lago Trasimeno. Seguendo Susini il campo di battaglia viene ed essere ristretto alla sola valle di Sanguineto a nord-est di Tuoro. IL Trasimeno molto più ampio di quanto sia attualmente copre una considerevole parte della pianura. La linea di costa raggiunge al vertice di una profonda insenatura, quasi lo sprone roccioso dove oggi è posto il paese di Tuoro dividendo in due la valle settentrionale del lago. Sarà quindi questa strettoia a costituire la chiusura naturale della trappola posta in atto da Annibale ai danni dei romani. L’esercito cartaginese viene disposto a semicerchio, nascosto tra i boschi che cingono la valle di Sanguineto in attesa delle legioni che ignare del pericolo entrano nella pianura settentrionale del lago provenendo dalla Valdichiana, dallo stretto passaggio presso l’odierno abitato di Borghetto.
Nella ricostruzione tracciata da Nissen il campo di battaglia è molto più esteso rispetto a quello proposto da Susini. Secondo Nissen i livelli del lago e la relativa linea di costa dovevano essere molto simili a quelli attuali: in queste condizioni la chiusura naturale della trappola non può che trovarsi più ad est presso la stretta di Montigeto. Lo sprone di Tuoro rimane così’ al centro della valle in posizione dominante. Qui Annibale pone il suo campo e da questa altura scatena l’attacco alle legioni romane. Le sue truppe disposte in un ampio arco sulle pendici dei colli si catapultano sulla colonna romana che credendo di seguire l’esercito cartaginese costeggia la riva del lago dopo aver superato lo stretto passaggio esistente tra le pendici di Montegualandro e le acque del Trasimeno, il cosiddetto Malpasso.
E’ possibile visitare sul territorio comunale nelle stupende campagne di Tuoro il percorso annibalico realizzato seguendo l’impostazione tracciata dagli studi di Giancarlo Susini attraverso i campi che furono teatro dell’epico scontro tra i romani e cartaginesi. Sono presenti attualmente nove aree di sosta in cui vengono approfonditi vari temi legati alla battaglia ed alla storia dei luoghi. Molto interessanti soprattutto la postazione n. 1 e la n. 6. Dalla prima è possibile avere un’ampia panoramica della valle della battaglia vista da una posizione ravvicinata rispetto alla strettoia del Malpasso lungo la quale la colonna delle legioni entrò nella pianura trovandovi la morte. Dalla seconda posta al vertice della valle di Sanguineto si domina il teatro dello scontro secondo la ricostruzione di Giancarlo Susini. Sono in corso iniziative per completare ed arricchire questo museo all’aperto affinchè sia sempre più in grado di offrire ai visitatori italiani e stranieri una informazione comprensibile e completa. Il percorso dovrà essere completato con una postazione nella valle di Vernazzano in grado di coprire anche la ricostruzione che si richiama agli studi del Nissen.
Il Centro è aperto al pubblico dal gennaio 1996, presso la casa del “parco il Sodo” posta al centro del paese. Alle molte iniziative turistico-culturali programmate collaborano la locale pro-loco, la provincia di Perugia e la Regione dell’Umbria. Il centro cerca di rispondere a due esigenze primarie: quella scientifica e quella divulgativa, procedendo gradualmente alla raccolta di tutta la bibliografia sull’argomento, alla presentazione su pannelli e su plastici delle ricostruzioni relative alle teorie principali, alla preparazione di materiale divulgativo in video cassetta e CD rom. Nel locale sede del centro è allestita una mostra permanente sull’epopea annibalica in cui si racconta per immagini l’intera seconda guerra punica. Il centro è periodicamente sede di incontri, conferenze, dibattiti, presentazioni di pubblicazione e riviste sull’argomento. E’ oggi il punto di riferimento degli studiosi e degli appassionati: in particolare la biblioteca del centro può contare sulle traduzioni dal tedesco, dall’inglese di alcuni importanti articoli scientifici che trattano della battaglia del Trasimeno pubblicati, da Nissen, Reuss, Sadée, Fuchs.